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Conosci meglio il tuo partner grazie alla sinastria karmica

La sinastria, nel vasto e affascinante mondo dell’astrologia, è lo studio delle relazioni tra le carte natali di due persone.

Ma cosa succede quando aggiungiamo una spruzzata di karma nella miscela cosmica? Benvenuti nel magico mondo della sinastria karmica, dove le stelle non solo sussurrano dolci melodie d’amore, ma rivelano anche debiti e crediti karmici da vite passate.

Ecco quindi una guida galattica per anime in cammino, per capire come i vostri legami d’amore sono scritti nelle stelle.

Che Cos’è la Sinastria Karmica?

Prima di immergerci nel mare delle vite passate, chiariamo cos’è la sinastria.

La sinastria è l’arte di comparare due carte natali per comprendere la dinamica di una relazione.

Ma quando parliamo di sinastria karmica, stiamo cercando di scoprire i legami che trascendono questa vita. Sì, hai capito bene! Parliamo di connessioni che risalgono a esistenze precedenti, dove l’Universo ti ha già portato ad incontrare quell’Anima e a condividere con lei un pezzetto di strada.

I Pianeti Karmici: Saturno, Nodi Lunari, Chirone e Plutone

Non tutte le stelle brillano allo stesso modo in una sinastria karmica, alcuni Pianeti e punti sono i protagonisti del dramma karmico:

  • Saturno: Il severo maestro dello zodiaco, Saturno rappresenta le lezioni karmiche che dobbiamo imparare. Se il Saturno di una persona si trova in aspetto significativo con i pianeti personali dell’altra, preparatevi a un viaggio con un saggio, ma esigente, mentore cosmico.
  • Nodi Lunari: I Nodi Nord e Sud non sono pianeti, ma punti matematici che raccontano storie di passati e futuri. Il Nodo Sud indica il bagaglio karmico che portiamo da vite passate, mentre il Nodo Nord è il nostro destino evolutivo.
  • Chirone: il guaritore ferito, Chirone racconta la tua ferita karmica e al tempo stesso le opportunità di guarigione. Se il tuo Chirone forma aspetti significativi con i Pianeti personali del tuo partner, o viceversa, probabilmente siete venuti a condividere un doloroso percorso di guarigione.
  • Plutone: Misterioso e potente, Plutone parla di trasformazioni profonde e delle ombre karmiche che dobbiamo affrontare. Le connessioni plutoniane sono intense, spesso indicate da un sottile ma potente filo karmico.

Il Tema del Debito Karmico

L’idea di debito karmico può suonare un po’ intimidatoria, ma non temere! Non si tratta di un debito bancario da saldare con interessi esorbitanti, bensì di lezioni da apprendere e cicli da completare.

Immaginati come protagonista di una telenovela cosmica, dove ogni vita rappresenta una stagione. Alcuni episodi sono drammatici, altri romantici, ma tutti cruciali per il gran finale.

Come Interpretare una Sinastria Karmica

  1. Osserva i Pianeti Karmici: Controlla gli aspetti tra Saturno, Chirone, Plutone e i Nodi Lunari con i pianeti personali (Sole, Luna, Venere, Marte, etc.). Questi aspetti raccontano storie di vite passate e lezioni da imparare. Chiaramente se l’aspetto è difficile indicherà tematiche irrisolte che potrebbero ripresentarsi nel rapporto di coppia: ad esempio, una quadratura tra la Luna di uno e i Nodi dell’altro potrebbe indicare una persona con cui avevi una relazione affettiva o famigliare, ad esempio un genitore, che ti ha ostacolato in qualche modo, provocandoti anche delle ferite sul piano emotivo.
  2. Case Astrologiche: Alcuni astrologi osservano Case particolari, considerate specificamente “Karmiche” (di solito quelle di Acqua, la quarta, l’ottava e la dodicesima). Io personalmente ritengo che tutte le Case possano essere karmiche quando contengono riferimenti a circostanze e a Pianeti che raccontano storie di vite passate. Compito della Casa è semplicemente quello di contestualizzare gli eventi, indipendentemente dal ciclo di vita a cui ci vogliamo riferire.
  3. Ripetizioni e Temi Ricorrenti: Cercate pattern ricorrenti e temi che si ripresentano. La ripetizione è la firma dell’Universo per dire: “Hey, questo è importante!”

La Relazione Karmica perfetta: Mito o Realtà?

Ecco la domanda da un milione di dollari: esiste la relazione karmica perfetta? La risposta, miei cari, è sì e no.

Le relazioni karmiche sono per definizione intense e trasformative. Possono essere fonte di grande crescita, ma anche di sfide. La perfezione, in questo contesto, non è assenza di problemi, ma la capacità di evolvere insieme, di crescere l’uno attraverso l’altro.

La sinastria karmica è un viaggio affascinante attraverso le stelle e le vite passate. È una danza cosmica dove ogni passo è coreografato dall’Universo per farci evolvere. Quindi, la prossima volta che vi trovate a guardare il cielo, ricordatevi che le stelle non solo illuminano il vostro cammino, ma svelano anche le storie d’amore scritte nel destino. E chissà, magari troverete che il vostro partner attuale è stato il vostro compagno di danza in molte vite precedenti.

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Eclissi di Sole: c’è davvero da preoccuparsi?

In questi giorni si parla molto della “temutissima” eclissi di Sole dell’8 aprile che si verificherà nel giro di poche ore: c’è chi si chiuderà in casa, chi si prepara al peggio ecc.

Vorrei subito dire che l’eclissi non è un fenomeno così raro dal punto di vista astronomico: si verifica ogni qualvolta la Luna Nuova si forma in prossimità dei Nodi Lunari, che altro non sono che i punti di intersezione tra l’eclittica solare e l’orbita lunare. In questo modo quindi si forma un allineamento tra Terra, Sole e Luna che porta la Luna ad oscurare, per qualche minuto, il Sole.

Questa eclissi si verificherà a 19° dell’Ariete e vedrà allineato al grado anche Chirone.

Il Nodo lunare Nord si trova a 15° e Mercurio retrogrado a 24°. Tutti piuttosto vicini dunque.

Specifico questi particolari perché è importante non generalizzare: non tutti saranno interessati in maniera rilevante da questo transito, ma solo le persone che nel proprio Tema Natale hanno una “zona sensibile” tra i 15 e i 25 gradi dei Segni interessati, in particolare ovviamente Ariete, Bilancia, Cancro e Capricorno.

Si tratta di un evento molto interessante dal punto di vista karmico proprio per il coinvolgimento del Nodo lunare e, in questo caso specifico, anche di Chirone: la ferita karmica per eccellenza.

Obiettivo evolutivo del nodo nord in Ariete

Chi nasce con il Nodo Nord in Ariete è venuto ad imparare ad affermare sé stesso al di là dei condizionamenti, della paura di ferire, della paura del giudizio degli altri, ecc., poiché porta con sé un karma di eccessiva accondiscendenza e accettazione anche di cose che non andrebbero più accettate.

Uscire dalla zona di comfort in questo caso significa dire quei “No” che teniamo dentro da troppo tempo, forse vite intere, ed essere più agguerriti nel difendere i nostri confini.

Il fatto che questa eclissi coinvolga anche Chirone porta l’accento sulle opportunità di guarigione di questo particolare momento, su quanto possa essere salvifico e liberatorio pronunciare finalmente quel fatidico “NO” da troppo tempo taciuto.

Di fatto un’eclissi solare si verifica quando la Luna si interpone tra la Terra e il Sole: pensa alla simbologia di questo evento.

La parte emotiva per qualche momento è libera di esprimersi

di mostrarsi al mondo, sovrastando addirittura l’ego, il Sole, il centro della personalità.

Ecco da dove deriva la tremenda fama dell’eclissi, ragione per cui gli antichi lo vedevano come presagio di disgrazie.

Certo, essendo in Ariete può venire da pensare ad un raptus, a qualche minuto di blackout mentale in cui si prendono decisioni o si dicono o fanno cose di cui poi ci si potrebbe pentire, ma questo ovviamente dipende sempre dal controllo del singolo e dal libero arbitrio di ciascuno.

E’ sempre bene ribadire che gli Astri non ci obbligano a fare nulla, donano però delle opportunità per correggere la rotta e allinearci con il nostro percorso evolutivo. Utilizziamo quindi questa eclissi così potente per portare guarigione a quelle parti di noi che ne hanno bisogno, sacrificate da secoli di scarsa attenzione a noi stessi e alle nostre necessità.

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Come l’ipnosi mi ha aiutato a superare la ferita dell’abbandono

Oggi desidero raccontarti come l’ipnosi mi ha aiutato a superare la ferita dell’abbandono che mi portavo dietro da diversi cicli di vita.

Ipnosi regressiva e ferita dell’abbandono

Ormai sono passati due anni e mezzo dalla mia prima ipnosi regressiva, quando vidi una vita passata segnata dal trauma dell’abbandono.

Da allora, durante il mio percorso di formazione per diventare ipnotista, ne ho fatte diverse altre, tutte accomunate più o meno dallo stesso tema: l’abbandono, in una forma o nell’altra, si ripresentava sempre.

La cosa particolare è stata che la regressione più intensa, dal punto di vista emotivo, è stata una delle ultime, nella quale rivivevo un lutto improvviso poiché l’amore della mia vita moriva improvvisamente pochi giorni dopo il nostro matrimonio.

Tutte queste sessioni mi hanno aiutato a mettere a fuoco il problema e sono state parte integrante del percorso, ma la vera svolta nella guarigione è stata in un momento successivo, quando davvero ho guardato in faccia il problema.

Ho letto e studiato da varie fonti e su diversi testi che gli abbandoni che viviamo nel corso di questa e altre vite non sono altro che echi di una ferita abbandonica originaria, e l’anima continua a rivivere questa dolorosa esperienza per trovare la guarigione.

La ferita originaria

La ferita originaria è dovuta al fatto che, a seguito di un forte dolore, ad un certo punto ci siamo dissociati e abbiamo rinunciato ad una parte di noi stessi, di fatto abbandonando una parte di noi. Il vero abbandono quindi, o meglio il primo, quello che di fatto ha dato origine alla ferita, è stato autoinflitto!

Continueremo quindi a rivivere esperienze abbandoniche fino a quando non andremo a recuperare e reintegrare quella parte perduta e abbandonata di noi stessi.

La mia storia

La mia esperienza è stata estremamente intensa e vivida: ho visto due me bambine, una in un bellissimo giardino, l’altra in fondo ad un pozzo che si apriva nello stesso giardino. La prima sapeva della presenza dell’altra nel pozzo, aveva provato a chiamarla, a farla uscire, ma l’altra non rispondeva, non era consapevole.

Completamente bloccata e richiusa in sé stessa, non aveva idea di cosa ci fosse fuori, neppure che ci fosse un “fuori”. Ad un certo punto la prima si è arrabbiata, urlava, cercava di farsi sentire dall’altra almeno per farsi guardare, ma nulla.

Poi ha anche cercato di ignorarla, e di andare avanti a vivere la sua vita, ma non riusciva mai ad allontanarsi realmente dal pozzo. Neppure lei era libera, perché quella parte di sé stessa bloccata non le permetteva di vivere serenamente.

Alla fine ha deciso: si è calata nel pozzo, si è seduta accanto all’altra nel fango e in silenzio l’ha abbracciata.

La guarigione

La rabbia ha lasciato il posto alla compassione, all’Amore. Finalmente si sono guardate negli occhi, e la parte abbandonata è stata nuovamente accolta. Insieme sono risalite nel giardino, alla luce del Sole, tenendosi per mano.

Quello è stato il momento che ancora porto nel cuore, e che ha finalmente guarito la mia ferita. La sensazione di completezza al posto del vuoto che portavo dentro di me da così tanto tempo.

Ecco cos’ha fatto per me l’ipnosi, ed ecco perché credo che sia così importante come strumento di guarigione spirituale.

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L’effetto Zeigarnik e il karma

Se hai mai avuto una canzone in loop in testa che non se ne va, hai sperimentato il cosiddetto Effetto Zeigarnik, dal nome della psicologa che per prima lo identificò circa un secolo fa. Lo stesso effetto Zeigarnik può tenerti bloccata in una relazione karmica: vediamo come è possibile liberarsene.

Secondo l’effetto Zeigarnik, il cervello si focalizza su ciò che è rimasto in sospeso

E’ un meccanismo che non riguarda però solo le canzoni: in generale il cervello si blocca su ciò che sente come irrisolto, mentre lascia andare ciò che ritiene concluso.

Per il caso della canzone, probabilmente ne avrai sentito uno spezzone in radio, o da qualche altra parte, e per il tuo cervello è come se fosse rimasta inconclusa.

Ecco la soluzione: ascoltare tutta la canzone te la toglierà dalla testa.

Questo accade non solo con le canzoni, ovviamente.

È lo stesso meccanismo che non ti permette di mollare quando sei a metà di un progetto o di una attività e ti fa tornare lì con il pensiero fino a quando non lo ritieni concluso.

L’Effetto Zeigarnik ti può tenere bloccata in una relazione karmica

Purtroppo, è anche lo stesso meccanismo che ti tiene appesa ad una relazione che si interrompe bruscamente, o che per qualsiasi ragione non è possibile vivere appieno.

Di fatto è lo stesso meccanismo che governa anche il Karma.

L’Anima torna a concludere ciò che è rimasto in sospeso in vite passate: traumi non elaborati, relazioni non vissute, obiettivi non raggiunti. Ed è davvero così: quell’energia è così forte che di vita in vita è in grado di riportare la nostra Anima a rivivere situazioni simili finché non impariamo la lezione.

Il punto è che a volte non è così semplice come ascoltare una canzone fino alla fine, perché le circostanze si complicano, alle difficoltà esterne si sommano le nostre ferite più profonde e poi ci accorgiamo che in realtà la lotta più dura avviene all’interno di noi stessi e non con il resto del mondo, come forse sembrava in un primo momento.

Nel vivere le nostre vite in questa dimensione abbiamo tutti, chi più chi meno, accumulato nel tempo esperienze, traumi e dolori assortiti che ci accompagnano sotto forma di paure, rabbia, malinconie, forme depressive, ecc. Ed ecco che decidiamo ogni volta di tornare, di ciclo in ciclo, per risolvere tutto questo.

Come si risolve?

A volte può essere risolutivo riuscire davvero a raggiungere quell’obiettivo mancato, a volte si tratta di guarire una ferita, ma sempre, se vogliamo uscire dalla ruota del karma, dobbiamo imparare a lasciare andare.

Una delle cose più difficili che mi sia mai capitato di dover imparare è proprio questa: lasciare andare tutto ciò che nella mia vita non ha funzionato. Chiudere i sospesi. Non rimuginare più sul non detto o sul non fatto.

Secondo il buddismo tibetano, tutto ciò che al momento della morte rimane in sospeso a livello energetico porta l’Anima e il Karma a progettare il ritorno in un’altra vita. Perciò, non sapendo quando sarà il nostro momento, dovremmo ogni giorno vivere lasciando andare: non restare mai attaccati a dolori, relazioni, traumi, progetti, gioie o sofferenze.

Questo è forse il significato più vero e profondo di un termine che ultimamente è fin troppo abusato: “fluire”. Non so a voi, a me vengono in mente giovani donne che danzano agitando nell’aria veli colorati e leggerissimi. Mah.

Comunque, dovremmo scorrere attraverso le giornate, e quindi attraverso la nostra vita, come un ruscello: essere freschi e sempre nuovi, e non restare attaccati a nulla di ciò che vediamo passare intorno a noi.

Bisogna quindi chiudere il più possibile i cicli, evitando i sospesi, portando a termine i compiti e concludendo i rapporti e le attività con chiarezza, ma purtroppo questo non è sempre possibile.

Una soluzione può essere l’ipnosi

Il processo ipnotico può essere di aiuto, dal momento che attraverso di esso è possibile riprogrammare l’inconscio e creare nuovi percorsi mentali, aiutando ad abbandonare quelli vecchi e ormai disfunzionali.

È facile? È difficile? Beh, non è questo il punto. Il punto è che se sei qui la tua Anima ha deciso di tornare, dunque hai qualcosa da lasciare andare. Ci riuscirai? Diciamo che sei tornata apposta almeno per andare in quella direzione, e provare e riprovare finché non troverai il modo.

Se ti senti bloccata ricordati di chiedere aiuto.

Chiara

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Luna ed emozioni nel tema natale

In questa giornata di Luna piena in Gemelli di nuovo mi sento ispirata a parlarvi della Luna nel Tema Natale.

Spesso nei testi di astrologia si trovano parallelismi tra segni e case, ad esempio: se hai la Luna in Ariete, o in prima casa, leggi a pagina x, se è in Vergine o in sesta casa vai a pagina y. Come spesso ripete il mio mentore, Steven Forrest, anche nelle sue conferenze, questo provoca alcuni fraintendimenti: tipo che segno e casa sembrano essere la stessa cosa, come se fossero intercambiabili, mentre ovviamente non è proprio così.

Il significato della Luna

Vero è che ci sono delle corrispondenze, delle energie simili senza dubbio, ma il pianeta rappresenta sempre il COSA, il segno zodiacale il COME e la Casa l’AREA della vita in cui quell’energia si manifesta maggiormente.

Quindi restando sul tema di oggi: la LUNA rappresenta la sfera emotiva e i sentimenti, tutto ciò che si muove nella pancia, ovviamente sia in positivo che in negativo. Gioia, euforia, tristezza, serietà, calma, vergogna, disperazione, trionfo, maestosità, timidezza, vendetta, generosità, meraviglia, sono tutte espressioni lunari in quanto risposte affettive ed emotive che ci rendono umani.

Ma c’è molto di più.

Hai presente quando avverti una sensazione che non sai spiegare? Quando senti di essere un’Anima incarnata in un corpo umano, quando ti affidi all’intuito e poi scopri di aver fatto bene? Ecco, dentro ognuno di noi, anche nelle persone più razionali, c’è un altro punto di vista che spesso non concorda con le deduzioni più ragionevoli e oggettive. Dentro ognuno di noi c’è un secondo centro di percezione, il nostro mistico innato, quella parte che si stupisce e meraviglia davanti ad una notte stellata o ad un tramonto.

Gli astrologi chiamano Luna questo secondo centro di percezione.

Limitare il significato della Luna alla semplice sfera emotiva significherebbe ignorare tutto questo, ma certamente quando la identifichiamo come il simbolo dei nostri sentimenti non sbagliamo.

La capacità di provare sentimenti

Tuttavia, rappresenta anche la capacità di provare sentimenti verso tutto ciò che integra il mondo spirituale in quello materiale: puoi “sentire” che la vita continua oltre la morte del corpo fisico; puoi percepire la presenza di qualcosa di più grande di te, che potresti chiamare Dio o Universo.

Puoi avere la sensazione che qualcuno che hai appena incontrato ti sia familiare, e sicuramente non sbaglierai.

Ognuno di noi vive contemporaneamente due “realtà” diverse: quella del mondo esteriore e quella del mondo interiore.

Il mondo interiore è decisamente più personale e meno oggettivo: il tempo qui scorre in modo diverso da quello che segnano gli orologi e le percezioni sono decisamente meno logiche e più personali, spesso non condivise da chi abbiamo accanto.

Tuttavia, le nostre leggi interiori condizionano in modo importante la nostra percezione del mondo esterno e di conseguenza le nostre azioni: questo perché il mondo è filtrato attraverso la lente delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti.

In altre parole, la Luna contribuisce a creare ciò che tu pensi essere la realtà esteriore.

 

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Il risveglio del femminile

Nel cercare un’immagine per questo articolo, mi sono resa conto, senza troppo stupore, che il simbolo per eccellenza del femminile è anche il simbolo del pianeta Venere, a riprova di quanto gli astri siano connessi con il mondo non solo terreno, ma anche interiore.

Energia femminile: Venere e Luna

Venere, nota come Dea della Bellezza, rappresenta inoltre le fondamentali funzioni di equilibrio, armonia, bilanciamento degli opposti, serenità e calma interiore, eleganza, capacità di intessere relazioni. Tutte doti archetipicamente femminili.

Astrologicamente, infatti, Venere e Luna sono i corpi celesti che principalmente rappresentano l’energia femminile di una persona: il tuo modo di accudire, di occuparti di te stessa e di chi ami, cosa ti calma e ti fa stare bene, cosa hai bisogno di ricevere in una relazione, ma anche la tua energia creativa, la tua capacità di percepire ciò che non è visibile, le connessioni animiche, l’intuito.

La paura dell’energia femminile

Per secoli queste qualità sono state appannaggio esclusivo delle donne, che sono state anche perseguitate in alcune epoche, proprio per via di alcune di queste doti: pensa alla caccia alle streghe dei secoli medievali. Donne che sono anche state tagliate fuori dalla maggior parte delle attività sociali: il mondo femminile era delimitato dalle mura domestiche, quello maschile era invece lo sconfinato mondo esterno.

Questa distinzione di ruoli ha portato ad una cesura nettissima anche nell’ambito personale più interiore: gli uomini hanno relegato nelle profondità più buie della propria anima i propri aspetti più dolci, teneri e vulnerabili, proiettandoli sulle donne e soffocandoli dentro di sé come debolezze indesiderate, mentre le donne hanno potuto vivere la propria affermazione personale e sociale, la propria aggressività e ambizione, solo attraverso i mariti, proiettandole su di loro, impossibilitate ad occuparsi personalmente della propria crescita ed evoluzione nel mondo esterno.

Detto astrologicamente: gli uomini hanno proiettato sulle donne le proprie Luna e Venere, mentre le donne hanno proiettato sugli uomini i propri Sole e Marte.

Oggi, nell’Italia del 2022 sorrido quando mi viene chiesto, a onor del vero da signore di una certa età: “Ma il Sole nel mio tema natale rappresenta mio marito?”, e ancora una volta devo rispondere che “dipende”, ma in effetti è una identificazione che fortunatamente sta venendo meno, in una società in cui una donna può lavorare, vivere da sola, decidere se sposarsi o meno, e nel caso con chi, se avere o no dei figli e se dedicarsi alla carriera.

La trappola

Le donne stanno finalmente recuperando la possibilità di essere ambiziose, autonome, agire e decidere per sé stesse, combattere le proprie battaglie; in poche parole, stanno integrando il proprio Sole e il proprio Marte.

Tuttavia, nell’entrare in un mondo che fino a pochi decenni fa era di appannaggio esclusivamente maschile, alcune donne sono cadute in una trappola insidiosa: hanno potenziato al massimo la propria energia maschile, soffocando quella femminile. Proprio la stessa cosa che gli uomini hanno fatto per secoli.

Ecco donne che utilizzano aggressività, competitività e rabbia per farsi strada, riproponendo gli stessi schemi squilibrati che il maschile ha utilizzato mettendo da parte l’anima, l’empatia e la gentilezza, al caro prezzo di disconoscere una parte importante di sé stesse.

Fortunatamente negli ultimi tempi, grazie all’affermarsi di discipline olistiche, percorsi di crescita personale, astrologia evolutiva, coaching, ecc. molte donne hanno iniziato a rendersi conto che non è necessario soffocare una parte di sé per vivere felici e perseguire il proprio scopo di vita, anzi, proprio il contrario: per vivere una vita piena e soddisfacente è indispensabile integrare in sé tutti quegli aspetti, e farli fluire armoniosamente e in equilibrio.

Il risveglio del femminile

Ecco il vero “risveglio del femminile”: il momento storico in cui le donne si riappropriano della propria energia vitale e creativa, della propria sensibilità ed empatia, e le utilizzano non per competere con il maschile, ma per armonizzarsi con esso creando un mondo più sostenibile sul piano sia personale sia professionale.

Da qui può nascere anche la possibilità per gli uomini di rientrare in contatto con il proprio femminile interiore, e trovare così un reale equilibrio.

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Le relazioni tossiche nel tema natale

Alcune persone vivono relazioni serene e felici che durano tutta la vita, altre si trovano invece ad instaurare relazioni tossiche: relazioni in cui si creano squilibri e giochi di potere, ossessioni, gelosie, manipolazioni.

A volte se ne esce, a volte invece queste relazioni si protraggono per tutta la vita, magari con momenti di ritorno nell’arco di diversi anni.

In questi casi di solito mi sento chiedere “ma perché trovo sempre uomini/donne sbagliati?” e di norma mi si chiede di guardare il tema natale dell’altra parte della coppia per capire “perché lui fa così”.

Perché attiri gli uomini sbagliati?

In realtà, colpo di scena, di solito la risposta si trova nel tema natale di chi pone la domanda, ed è la domanda ad essere mal posta. In realtà dovrebbe essere “perché mi piacciono gli uomini così? Perché li attiro e ci rimango insieme anche quando mi accorgo che sono sbagliati per me?”.

Il tema natale contiene moltissime informazioni sul tuo modo di vivere le relazioni: tra i vari elementi da tenere in considerazione quando si esamina l’aspetto relazionale di un tema natale ci sono sicuramente Luna e Venere, che rappresentano le funzioni legate all’emotività e alla capacità relazionale (anche negli uomini, ovviamente).

Quando Luna o Venere sono congiunte o sono in aspetto difficile con pianeti come Plutone, Chirone o Saturno, questi sono sicuramente fattori che possono indicare la tendenza ad instaurare una relazione tossica, con sfumature diverse, ovviamente, in base al pianeta interessato.

Relazioni tossiche: ferite che chiedono di essere guarite

Non si tratta di una condanna però: la questione è che se hai nel tuo tema natale questi aspetti hai probabilmente delle ferite interiori, probabilmente anche karmiche, che chiedono di essere viste e guarite, e lo fanno attraverso relazioni sbagliate.

Altra questione è quella dei pianeti che popolano la settima casa: qui la presenza di pianeti come Plutone, Saturno, Chirone, ma anche Urano o Nettuno, possono rappresentare una persona che ha alcune ferite che si possono manifestare proprio nell’ambito delle relazioni.

Cambiare prospettiva

Se noti nel tuo tema natale alcune di queste dinamiche, e in effetti riconosci di essere attratta dagli “uomini sbagliati”, la domanda da fare non è “Perché trovo sempre uomini sbagliati?” ma piuttosto

“Cosa questi uomini mi mostrano di me? Su quali ferite devo lavorare per vivere finalmente delle relazioni sane?”.

Il primo passo è un passo di consapevolezza delle proprie dinamiche e in questo un Astrologo può aiutare moltissimo.

 

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Elemento Acqua: guarigione, rigenerazione e recupero

L’Acqua è il quarto elemento, quello di Cancro, Scorpione e Pesci.

Ciò che ti permette di sentire, di provare emozioni. Associate all’acqua ci sono anche le Case quarta, ottava e dodicesima e i pianeti che governano questi segni: rispettivamente Luna, Marte e Plutone, e Giove e Nettuno.

Ciò che ti rende umano

Senza l’Acqua non saremmo umani: essa è l’elemento dell’Anima, dei sentimenti, di ogni stato emozionale, della compassione. Ma se questo fosse tutto, se si trattasse semplicemente di idealizzare i nostri stati d’animo, le persone caratterizzate da questo elemento non si alzerebbero neppure dal letto la mattina, invischiate nei propri stati emotivi.

No, c’è molto di più nell’elemento Acqua: parliamo qui di resilienza spirituale.

L’Acqua nutre la vita: tre giorni senza una goccia d’acqua e sei morto. Questa affermazione è tanto letterale quanto simbolica: c’è un’acqua che nasce dalle sorgenti montane e che nutre il corpo, e poi c’è un’altra acqua, quella che nutre l’Anima.

Magari hai divorziato, o sei passata attraverso una brutta rottura. Forse il tuo amato è morto improvvisamente. Sei triste e provi un immenso dolore: questo processo passivo è necessario e merita rispetto e comprensione. Ma cinque anni dopo, stai bene. Puoi amare ancora, puoi avere fiducia nella vita.

Cos’è che permette questo miracolo?

Gli aspetti attivi dell’elemento Acqua

Quando hai il cuore infranto non vedi speranze, magari pensi che non amerai più. Ma poi accade, come un miracolo. Come accade? Come sei guarita? Quale meccanismo ti ha rigenerata? Questi sono gli aspetti attivi dell’elemento Acqua.

Spesso non li comprendiamo, non ne siamo consapevoli perché si muovono profondamente dentro di noi, collegando la nostra consapevolezza alla nostra anima, agli istinti e all’immenso mondo del subconscio.

Possiamo tuttavia cooperare con quelle forze di guarigione, stringere un’alleanza con esse.

L’acqua scivola sempre al livello più basso, è una legge fisica, e in un certo senso è ciò che anche i tre segni di acqua fanno: ci guidano nei territori interiori della psiche, conducendoci attraverso labirinti di difese e cicatrici emotive, sempre più in profondità dove ancora vivono le ferite aperte e attive.

Una volta laggiù, essi attuano un processo di guarigione attiva: ciò che può renderti nuovamente integra e sana.

Per guarire devi guardare in faccia quelle ferite profonde, percepirle, permetterti di essere vulnerabile. L’Acqua è ciò che ti invita a restare a cuore aperto davanti alle situazioni più brutali: ecco quanto può essere feroce.

E per quanto sia l’elemento della sensibilità e delle emozioni, non c’è nulla di debole nell’Acqua.

 

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I 7 vizi capitali: corrispondenze astrologiche

Sicuramente conosci i 7 vizi capitali anche se, come i 7 nani, ogni volta che provi ad elencarli, ne manca almeno uno, vero?

Un esercizio di autoconsapevolezza

Per capire su quale dei 7 vizi hai bisogno di lavorare in particolare in questo periodo, ti propongo un esercizio di autoconsapevolezza molto interessante:

  • prendi un foglio e scrivili tutti e 7.
  • Non barare andando a cercare quello che ti manca, piuttosto lascialo vuoto.

Non proseguire la lettura fino a quando non l’avrai fatto. Ok?

  • Ora che hai scritto i vizi capitali, sicuramente te ne mancheranno uno o due. Ebbene, sono proprio quelli su cui devi riflettere, perché probabilmente rappresentano alcuni comportamenti negativi di cui in questo momento non sei consapevole.

Prima di dire di no, lascia che ti dia una chiave di lettura per ognuno:

  • IRA: non è solo rabbia, ma è una vera e propria necessità di affermazione e di riconoscimento del proprio valore, che può sfociare in sete di vendetta, se non viene soddisfatta. Ma ti chiedo di riflettere su una cosa… Quanta di quell’energia potresti invece investire in progetti positivi? Astrologicamente corrisponde ad una disfunzione di Marte. Quanti obiettivi potresti raggiungere se il fuoco del pianeta rosso venisse incanalato in modo costruttivo e non distruttivo?
  • INVIDIA: dal latino in-videre, cioè guardare male. L’invidia guarda gli altri volendone il male. O forse tu ti guardi con gli occhi degli altri (o quelli che tu pensi siano i punti di vista degli altri) e ti misuri con quel parametro. Attenzione, perché ciò che tu pensi sia il pensiero altrui, è sempre il tuo pensiero proiettato. Non sei mai oggettiva nell’interpretare il pensiero degli altri. Astrologicamente corrisponde ad una disfunzione della Luna.
  • SUPERBIA: attenzione all’Ego. Qui si va oltre la consapevolezza del proprio valore, anzi, forse si compensa una carenza di autostima considerando gli altri non degni di noi. “Io sono meglio” e di conseguenza gli altri valgono meno. Astrologicamente corrisponde ad una disfunzione del Sole.
  • AVARIZIA: spesso si accompagna alla superbia. Non condivido con gli altri il mio valore o le mie conoscenze, o i miei averi, perché penso che non ne siano degni. Ma soprattutto perché vivo in una sensazione costante di scarsità e quindi temo che se do ad altri resterò privo. Si supera entrando nella mentalità dell’Abbondanza. Astrologicamente corrisponde ad una disfunzione di Saturno.
  • GOLA: tutto ciò che ha a che fare con l’esagerazione. Eccesso di cibo, emozioni, averi. Voracità priva di equilibrio. Non ci si dà neppure il tempo di assimilare ciò che si è vissuto, perché ci si butta subito in qualcosa di nuovo e ancora più coinvolgente. Il rischio è quello di perdere il contatto con sé stessi e i propri reali desideri. Astrologicamente corrisponde ad una disfunzione di Giove.
  • LUSSURIA: è la mancanza di innocenza e di purezza. Si manifesta nel vedere sempre qualcosa di oscuro o sbagliato, o un secondo fine laddove in realtà non c’è nulla di simile. Si dice che “la malizia è negli occhi di chi guarda”, e in effetti questo è proprio il senso di questo vizio. Astrologicamente corrisponde ad una disfunzione di Mercurio.
  • ACCIDIA: astrologicamente corrisponde a Venere. La procrastinazione. Difficoltà a prendere decisioni e ad assumersi responsabilità, che si riflette poi, una volta che la sudata decisione è stata infine presa, nella incapacità di cambiare idea.

Osserva quali vizi capitali non hai scritto, oppure quale ti è venuto in mente per ultimo

Ebbene, è quello su cui devi lavorare maggiormente.

Ma aspetta, l’esercizio non è finito:

  • Ora che hai scoperto su quale vizio devi lavorare maggiormente, prendi un altro foglio e rifai l’elenco. Forse di nuovo ti manca uno dei sette, o forse non ti manca ma uno, diverso dal precedente, è arrivato alla tua mente per ultimo.
  • Prova a collegarli tra loro: il primo potrebbe essere la causa del secondo.

Ti invito a riflettere su quello che è emerso da questo semplice esercizio: potrebbe darti spunti interessanti di autoconsapevolezza per approfondire il lavoro su te stesso.

Chiara

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Tu non sei la tua mente razionale

Mente razionale o emotività?

Da buona razionalista quale sono, o forse dovrei dire “ero”, ho sempre trovato illuminante il pensiero di Cartesio “cogito ergo sum”. Mi sembrava fosse una perfetta spiegazione del funzionamento e dell’importanza della mente razionale, dell’intelligenza, del pensiero logico.

Ecco, mi sbagliavo.

Scoprire che io non sono la mia mente e nemmeno le mie emozioni, è stato quanto di più sconvolgente e liberatorio io abbia mai provato.

L’assenza di pensiero

Ho iniziato ad intuirlo attraverso la meditazione e ancora di più attraverso gli esercizi di visualizzazione e l’ipnosi, quando mi sono resa conto che nell’assenza di pensiero stava una maggiore, e non minore, concentrazione. Sempre con la pratica dell’ipnosi ho imparato a modificare le emozioni, incanalarle, insomma, gestirle, e il primo passo è stato quello di riconoscerle come qualcosa di diverso rispetto a me.

Pensaci, quando esprimi un’emozione come parli?

“Sono triste, sono arrabbiata, sono depressa, sono felice, sono ansiosa, sono disgustata, ecc.”. Ecco, nel momento in cui tu “sei” questi stati d’animo, è molto più difficile modificarli o lasciarli andare: ne sei vittima, finché loro per qualche ragione, sempre esterna a te, si modificano.

Oltretutto, pensieri ed emozioni si alimentano reciprocamente: osserva il meccanismo: sei arrabbiata con qualcuno, come sono i tuoi pensieri? Sicuramente ti vengono in mente tutte le ragioni per cui quella persona ti ha fatto arrabbiare da quando la conosci ad oggi, e questo alimenta la tua rabbia sempre di più, finché esplodi e le rinfacci anche di essere nata.

Un semplice esercizio

Come se ne esce?

  • Prima di tutto modifica il tuo linguaggio: non dire “sono triste”, ma “vivo un momento di tristezza” oppure anche “mi sento triste”.
  • Osservati da fuori, fai questo esercizio di visualizzazione, proprio ora mentre leggi questo articolo: chiudi gli occhi, fai un respiro profondo e lascia che la tua consapevolezza ti porti fuori da te. Osservati dall’esterno, osservati da dietro la nuca. Guarda la tua testa, il tuo corpo, e osserva quella persona e i suoi sentimenti, le sue emozioni, i suoi pensieri. Senti che sei altro, sei di più oltre a quello che stai osservando.
  • Quando nel corso della giornata torni nel pensiero ossessivo, o nelle emozioni negative, ripeti l’esercizio. Osservati da fuori. Crea distacco. Consapevolezza di non essere “solo” quello, ma molto di più.

 

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