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Oltre il Velo

Il Karma dell’Abbandono

Si sente spesso parlare della “Ruota del Karma”, un destino che si ripresenta in modo circolare nella vita, o per meglio dire di vita in vita finchè non viene risolto.
Ma come funziona il ciclo karmico?
Secondo i maestri tibetani, che dedicano la vita da millenni allo studio di queste tematiche, arriviamo in questa vita non per caso, e nemmeno esattamente per scelta consapevole, ma perchè il nostro karma e la nostra coscienza decidono dove e quando dobbiamo incarnarci.
Nasciamo in una certa famiglia e in un certo luogo perchè quelle sono le le persone e le circostanze più adatte per metterci nella condizione di esaurire il karma accumulato ed evolvere.

Ti è mai capitato di dire “non sarò mai come mia madre/padre” e poi ritrovarti ad usare le stesse parole, o rimproverare i tuoi figli per le stesse cose? Oppure di renderti conto che attiri sempre lo stesso tipo di persone a livello di relazione?
A me sì. Addirittura una persona me la sono proprio andata a ricercare anche a distanza di anni, proprio quella stessa, per scoprire poi che alla fine nulla era cambiato.
Eppure pensavo di essere cambiata io, e in molte cose in effetti era così. Ma non nella consapevolezza più profonda, non nelle convinzioni più radicate o nelle ferite più antiche.

Tra le altre cose, io mi trovo a sciogliere un karma legato all’abbandono, non solo abbandoni vissuti e ripetuti nella mia famiglia di origine ad opera delle figure maschili, ma qualcosa di così radicato dentro di me che addirittura ha falsato tutta la mia concezione di amore: una sensazione di amore legata alla mancanza, all’assenza.
“Mi ama, ma non può esserci per me”, declinato in mille forme diverse e in altrettante relazioni.
Finalmente sono arrivata alla consapevolezza, che sempre più si sta radicando in me, che chi ama c’è, sempre. Chi non può esserci, ha semplicemente altre priorità rispetto a te.
Hai presente? Quell’amore doloroso che ti scava dentro nell’assenza, tenuto vivo da un messaggio saltuario, da un “vorrei, ma purtroppo…”.

Ecco, finalmente sono arrivata non a capire, ma a “sentire”, anche se in realtà al momento è solo un’intuizione a cui mi sto aggrappando forte, che quello che per tutta la vita ho chiamato “Amore”, in realtà non l’Amore non c’entra nulla. Ma nemmeno gli somiglia.
E questa è una nuova consapevolezza incredibilmente liberatoria.

Questo è ovviamente solo un piccolo pezzettino del percorso, una piccola nuova consapevolezza che si aggiunge alla comprensione delle dinamiche di abbandono che io stessa ho messo in atto: perchè da vittima è un attimo trasformarsi in carnefice, abbandonare qualcuno per la paradossale paura di essere abbandonati, oppure creare tutte le premesse perchè quell’abbandono tanto temuto in effetti si concretizzi.

Un passo alla volta si risolve tutto.